日本イタリア協会のトップへ

Il cammino della mia vita (Reminiscenze) - Makizo NAKAGAWA


 

01.Cresciuto in una fattoria di allevamento

02.La famiglia della musica

03.Entusiasta di suonare il violino

04.Il servizio militare

05.L’impiegato di una ditta

06.Il soggiorno a Berlino come studente

07.Dal violino al canto

08.Hanafuda

09.Il Bel Canto

10.Hollywood

11.E’ veramente il tenore d’oggi

12.“Il sogno d’amore” proibito

13.La squadra in difesa della frontiera

14.Fantasia Ieraishan (profumo di sera)

15.La Corte Marziale

16.Rappresentazioni di opere liriche

17.Il periodo d’oro cinematografico

18.Le perle dell ’opera lirica

19.La giuria

20.Vivere solo per la musica

 

Nr. 13 La squadra in difesa della frontiera

Nel marzo del 1941(anno Showa 16), nove mesi prima dell’inizio della guerra del Pacifico, fui richiamato sotto le armi per istruzione.Bevvi con i miei famigliari dell’acqua dalla stessa ciotola come si usava prima di un addio e partii subito anche se avevo i capelli lunghi. La destinazione era quella della squadra di Fushimi.Avevo il forte presentimento dell’imminente inizio della guerra.La durata del servizio fu allungata più volte ed alla fine ci dettero l’ordine di partire in nave dal Giappone senza farci sapere la destinazione.

Quando la nave arrivò quasi al centro del mare Genkainada ci permisero di aprire l’ordine e sapemmo che dovevamo andare a Pusan.In realtà, dopo essere passati per Pusan ed esserci fermati per sei mesi ad Hairai, andammo fino a Manzhouli in Mongolia.La nostra compagnia era composta da circa 200 soldati, dal comandante che era un giovane di 22 anni e da me, che avevo 36 anni ed ero il sottotenente.

La nostra compagnia fu assegnata al battaglione che difendeva la frontiera.Li c’erano molti militari che sapevano guidare oppure militari che avevano qualche conoscenza di automezzi, incluso me che avevo ottenuto la patente di guida negli Stati Uniti.La Mongolia interna era una terra estremamente fredda dove la temperatura, d’inverno, scendeva fino a 55 gradi sotto zero.Potevamo stare abbastanza bene perché utilizzavamo una grande caserma che era stata costruita dalla squadra sovietica, però maneggiare le macchine e le armi con quel freddo era veramente difficile.L’acqua per raffreddare il motore delle macchine si congelava subito e quando si toccava il fucile con le mani senza guanti si prendevano i geloni alle mani e con i guanti da sci non si poteva premere il grilletto del fucile.Ci voleva qualcosa di adatto al freddo intenso come avevano i sovietici.

L’8 di dicembre scoppiò la Guerra del Pacifico.Nella zona dove ci trovavamo noi non c’era battaglia.Io ero stato incaricato di andare in pattuglia di ricognizione e la notte prima partii in macchina e rientrai a Manzhouli il giorno 8 a tarda notte.Guidavo la macchina con i fari spenti, secondo gli ordini. Sui campi nevosi del deserto dei Gobi mi orientavo solo con l’ago della bussola magnetica e vi prestavo molta attenzione perché se fossi entrato in territorio sovietico sarebbero potute succedere cose davvero spiacevoli.

Nella Mongolia interna, d’inverno, c’era anche la paura dei lupi che venivano in città dalla montagna per cercare cibo.Questi, in branchi di 30 o 40, attaccavano l’uomo.Anch’io ebbi un’esperienza paurosa un giorno in cui mi imbattei in un branco di questi animali.Mi avevano consigliato, in un caso come questo, di non fuggire, ma anzi di avvicinarmi a loro carponi. Cosi feci, con il mio cappotto di pelliccia strisciai carponi, piano piano verso di loro, guardando fisso negli occhi il loro capo fino alla distanza di poco più di un metro e dopo circa 30 minuti essi andarono via.In quell’incontro mi sentii più morto che vivo.Altre volte respingevo con il fucile i branchi di lupi che si avvicinavano alle pecore e feci cosi amicizia con gli abitanti del villaggio.Essi mi invitarono alle gare di sumo mongolo e anche alle gare di corsa dei cavalli.

Nel dicembre del 1942 ebbi l’occasione di ritornare a Kyoto.Mi arrivò l’invito per l’inaugurazione a Kyoto della sezione locale dell’Associazione di cultura e musica.Il Servizio Governativo d’informazione aveva fondato l’Associazione e preparava la costruzione di una sezione locale in ogni prefettura con lo scopo di alzare il morale della popolazione utilizzando la musica. A Kyoto io ero già stato chiamato per fare da segretario generale della sezioneprima di venire in Mongolia.Feci domanda per un permesso di rientro temporaneo in Giappone spiegando che “senza di me la sezione dell’Associazione non si puo avviare”.Il comandante andò a parlarne con il Quartiere Generale e mi rilasiò il permesso.

Partii subito per il Giappone e partecipai all’inaugurazione della sezione che si tenne a Kyoto presso Jujiya di Sanjo.Fu un viaggio breve,di soli 10 giorni, ma si puo immaginare come fosse stato estremamente difficile ottenere il permesso di rientro in Giappone in periodo di guerra.

 

本サイトの内容を、権利者に無断で複製・改変することは 固く禁止いたします。
Copyright(C) 日本イタリア協会 ASSOCIAZIONE ITALO-GIAPPONESE ALL RIGHTS RESERVED.