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Il cammino della mia vita (Reminiscenze) - Makizo NAKAGAWA


 

01.Cresciuto in una fattoria di allevamento

02.La famiglia della musica

03.Entusiasta di suonare il violino

04.Il servizio militare

05.L’impiegato di una ditta

06.Il soggiorno a Berlino come studente

07.Dal violino al canto

08.Hanafuda

09.Il Bel Canto

10.Hollywood

11.E’ veramente il tenore d’oggi

12.“Il sogno d’amore” proibito

13.La squadra in difesa della frontiera

14.Fantasia Ieraishan (profumo di sera)

15.La Corte Marziale

16.Rappresentazioni di opere liriche

17.Il periodo d’oro cinematografico

18.Le perle dell ’opera lirica

19.La giuria

20.Vivere solo per la musica

Nr.9 Il Bel Canto

A parte le partite al gioco dell’Hanafuda fatte con il Sig.Shigeru Yoshida, ho passato a Milano dei giorni molto impegnativi per lo studio della musica.Dovevo frequentare per quattro giorni alla settimana l’Istituto di formazione dei cantanti del Teatro alla Scala ed per altri quattro giorni il Conservatorio di Milano.Poiché in un giorno i due impegni si sovrapponevano, quel giorno sceglievo uno dei due a seconda del brano che dovevo imparare.In entrambe le scuole lo studio era dedicato principalmente all’apprendimento degli spartiti delle opere liriche.Solo all’Istituto del Teatro alla Scala dovevo studiare con tre insegnanti dai quali imparavo diverse opere liriche mentre altre opere le studiavo con gli insegnanti del Conservatorio, per cuidovetti imparare a memoria tante opere, una dopo l’altra, in successione e con molta fatica. In quel periodo non esistevano ancora dizionari italiano-giapponese perciò dovevo consultare quelli di italiano-tedesco e quelli di tedesco-giapponese per capire le parole che non conoscevo.

Oltre che in queste scuole, studiavo ancheprivatamente con un maestro di canto che veniva da me ogni giorno alle otto del mattino e mi faceva una lezione di quarantaminuti per i quali pagavo ogni volta circa settanta sen giapponesi.

Inoltre frequentavo tutti i giorni , tranne la domenica, il famoso maestro di vocalizziAlfredo Cecchi che era allora il maestro più illustre.Egli non accettava più di cinque allievi e volevacinque yen giapponesi per ogni lezione. Era piuttosto caro!

La casa del maestro Cecchi si trovava al quarto piano di un condominio, al cui piano terreno abitava il giovane cantante Mario del Monaco prima che diventasse famoso.Allora non ci conoscevamo nonostante fossimo allievi dello stesso maestro,ma, alcune decine di anni dopo,quando facemmo amicizia, seppi che anche lui aveva frequentato il maestro Cecchi e che in quel periodo mi vedeva entrare quasi tutti i giorni nel suo condominio.Ma riguardo all’amicizia con lui vorrei scrivere in un’altra occasione.

Il modo di cantare del “Bel Canto” che studiai a Milano significa bellezza del suono e anche buona vocalizzazione e fu perfezionato in Italia.Non nacque in Italia e nemmeno impiegò poco tempo a diffondervisi.Nacque in Mesopotamia e giunse a Roma attraverso la Grecia. Si sviluppò forse grazie ad alcune condizioni favorevoli che esistevano in Italia qualiil clima, la lingua e i caratteri etnici delle sue popolazioni.Il teatro in Mesopotamia era un teatro aperto dove si doveva cantare e recitare davanti a migliaia di persone ; non era perciò sufficienteuna vocalizzazione effettuata solo con la bocca.

In Giappone nello studio del canto si cerca di imitare il canto del maestro, come si fa in Germania, quindi copiare è considerato apprendere.

Questa metodologia non vale a livello internazionale.Poiché ognuno ha la sua propria voce, nessuno puo imitare perfettamente la voce degli altri ; cosi in Italia si cerca di “tirare fuori” la vera voce che ha l’allievo.Il mio maestro mi diceva sempre : “Cerca di cantare con la voce naturale che hai.”

 

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