Nr. 10 Hollywood Nel 1933 (anno Showa 8) la casa discografica Victor ed un’altra casa, laColombia, a seguito della raccomandazione del Sig. Fujiwara, che mi aiutava sempre, mi proposero di incidere un disco.Accettai e fu quindi inciso un disco di prova a Milano con entrambe le case ed io dovevo sceglierne una.Scelsi la casa Victor perché offriva delle condizioni migliori rispetto all’altra. Una di queste prevedeva che il disco recasse un’etichetta rossa sulle parte centrale e il disco con l’etichetta rossa era considerato molto importante e di qualità superiore rispetto al disco con l’etichetta nera.La proposta di incidere il disco con l’etichetta rossa per un giovane cantante come me, mi piacque molto. Andai alla sede della Victor a Camden nello stato del New Jersey negli Stati Uniti d’America per fare la registrazione del canto accompagnato con l’orchestra. Incisi sei canzoni di Shumann e di Schubert in giapponese su tre dischi, canzoni che in genere vengono cantate da un baritono; non seppi mai il motivo per cui le avessero fatte cantare a me che sono tenore. In seguito mi recai a Los Angeles per studio, qui feci anche una recita presso la chiesa Union e inoltre cantavo ogni mese più o meno due canzoni alla stazione di radiodiffusione locale.Credo che ottenni la stima dalla gente perché avevo studiato in Italia, il centro del canto. Entrai quindi nella facoltà di musica dell’Università del Sud California dove imparai tante cose riguardo all’opera lirica dall’insegnante italiano di composizione.Diverse organizzazioni mi chiamavano per cantare, espesso andai al ‘Women’s Club’ di Hollywood.Per cantare 4 o 5 canzoni, mi davano un compenso cosi alto che mi permetteva di vivere per un mese con molta facilità.Li conobbi la moglie del presidente della MGM, l’autorevole casa cinematografica e grazie alla sua presentazione ebbi l’occasione di cantare, come primo giapponese, al Teatro Cinese Growman di Hollywood, che è noto per le impronte delle mani di attori famosi, impresse sul piazzale di ingresso.Mi chiesero di fare la controfigura del popolare attore Sesshu Hayakawa per le riprese da dietro perché assomigliavo a lui, e feci perfino un provino con la macchina da presa, però alla fine annullai questo impegno perché non ero un attore, ma un cantante. La vita a Los Angeles aveva un certo fascino che non avevo percepito in Europa, era divertente, però, purtroppo, passai in America anche un momento brutto.Mentre guardavo il panorama al porto di San Diego, vicino a Los Angeles, fui arrestato da un poliziotto e non fu facile ritornare libero nonostante che avessi dichiarato che ero uno studente. Ho avuto esperienze del genere diverse volte. All’inizio dell anno, per esempio, quando avevo visitato l’ufficio dell’ONU a Ginevra, in Svizzera, subito dopo il ritiro del Giappone dall’ONU, mi avevano lanciato dei sassi quando avevano constatato che ero un giapponese.La situazione allora stava precipitando ed io decisi di rientrare in Giappone all’inizio dell’anno seguente (anno Showa 9), anticipando sul programma. Era previsto che i dischi che avevo inciso fossero messi in vendita in occasione della mia recita al mio ritorno in Giappone, ma una cantante mosse obiezioni a questo proposito perché non voleva che un giovane cantante vendesse i dischi con l’etichetta rossa.Nel frattempo la persona responsabile dell’incisione del mio disco alla Victor era morta e la vendita dei dischi fu rimandata.Alla fine il proposito finì nel nulla, non fu mai realizzato. |